Politica,  Rappresentanza militare

FESI, continuano le proteste della Rappresentanza militare: criteri ingiusti

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Roma, 5 lug – (di Antonello Ciavarelli) Come noto ormai a tutto il personale delle tre Forze Armate (compresa la Guardia Costiera), il Ministro della Difesa ha definito con proprio decreto i criteri di ripartizione delle somme dei Fondi per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, senza concertarlo e quindi senza assicurare il ruolo della Rappresentanza Militare ai sensi tra l’altro del DPR 52/2009.

A tal riguardo il 18 giugno u.s., si è espresso con decisione il Cocer Comparto Difesa attraverso delibera al Capo di Stato Maggiore, chiedendo di poter consultare lo schema di decreto, che non gli era ancora pervenuto, inviando la suddetta delibera al Ministro della Difesa e della Funzione Pubblica.

Dopo la pubblicazione del Decreto, il Cocer ha reagito deliberando un comunicato stampa a firma del Tenente Colonnello Bottacchiari (unico Ufficiale presente), con il quale si chiedeva al ministro della Difesa di ritirarlo per ascoltare le rappresentanze riportando “il provvedimento in un alveo democratico e di legittimità”.

Ma oltre l’errore di non aver concertato tale decreto con il Cocer, quali sono le preoccupazioni?

Nel merito, infatti, più di qualcosa è cambiato. Intanto, i tenenti colonnelli promossi colonnelli, percepiranno comunque il FESI nonostante non siano più contrattualizzati. Ciò potrebbe essere comprensibile perché percepiscono, a causa del blocco salariale, ancora lo stipendio da tenente colonnello. Ma la Rappresentanza aveva diritto di saperlo?

Inoltre il personale che nell’anno 2012 ha subito anche un solo giorno di consegna semplice, non sarà percettore di tale fondo. Và da sé che i giorni di consegna vengono subiti prevalentemente dai giovani e dai più bassi in grado e da coloro che sono nei reparti più operativi, anche perché sono più esposti ad errori. Infatti tali generi di sanzioni si applicano per casi al limite della banalità. Le sanzioni con i giorni di consegna semplice riguardano comportamenti che non comportano riflessi sulla operatività.

Un’altra domanda viene spontanea: le risorse risparmiate sui circa 4.000 colleghi che fine faranno? Oltre al danno in carriera dovranno subire anche il danno economico. Il fondo efficienza infatti, sulla scia di quanto avveniva per le forze di polizia, si istituì per dare respiro economico al personale a metà anno. Proprio il personale con il reddito più basso, sarà il più esposto a penalizzazioni.

Nel frattempo, dopo le richieste del Cocer Comparto Difesa al Capo di Stato Maggiore della Difesa, al Ministro della Difesa e al Ministro della Funzione Pubblica, il Cocer Marina con un passo indietro nella trattativa, chiede al suo Capo di Stato Maggiore, “qualora condivida le necessità e le motivazioni espresse, un autorevole intervento confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa”, affinché magari quest’ultimo interceda a sua volta con il Ministro per modificare il Decreto.

In questa vicenda non solo si è mancato di rispetto al ruolo dei rappresentanti dei militari, ma si è percepito che l’unità di intenti che gli Stati Maggiori richiamano, sono solo occasionali e di circostanza. Questa mancanza di considerazione è ancora più grave se si tiene conto del riconoscimento per legge del ruolo negoziale della Rappresentanza militare. Sarà opportuno intraprendere da parte di quest’ultima tutte le iniziative che la normativa consente, affinchè il provvedimento sia inviato al Cocer per un parere nel merito, così come previsto dalla legge, cominciando dal richiedere audizioni ai Ministri difesa e funzione pubblica e alle Camere.

Tutto ciò fa sentire sempre più il bisogno di associarsi sindacalmente. Sono proprio questi, i momenti in cui chi ha la responsabilità di rappresentare il personale deve evitare scoraggiamenti e mantenere la barra dritta del timone verso i riconoscimenti dei diritti e della dignità, valori che non costano, ma che al contempo non hanno prezzo.

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