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Sottufficiali di vecchio regime: indisponibili a tornare a fare i soldati

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DI R.I.D.

a cura di: MICELI Marcello, 10 giugno 2004 – Capita sovente di leggere articoli giornalistici che parlano, screditano, dicono e non dicono delle Forze Armate in generale. Un po’ meno spesso, per la verità, relativamente all’uomo (o donna che dir si voglia) che indossa l’uniforme. E ci riferiamo, in particolare, alla categoria del Sottufficiale. Purtroppo, se si eccettuano quei casi che effondono grande risonanza mediatica e/o politico-elettorale, si evidenziano talvolta servizi che trattano suddetta categoria (senza distinzione di F.A.) con giudizi negativi: spesso su quotidiani a diffusione territoriale o locale i quali, prendendo spunto da brutti episodi, tendono sempre a generalizzare (probabilmente per attirare i lettori); saltuariamente su riviste patinate a carattere nazionale che si limitano a liquidarla con poche righe.

Si presume che il vero Sottufficiale serio onesto lavoratore si irriti non poco nel leggere certi articoli, censurando il collega che mette in cattiva luce la categoria ma, soprattutto, biasimando quel giornalista che con superficialità tende, come si suol dire, a fare di tutta l’erba un fascio.

Ma, come si sa, con gli anni il fervore cala e si pensa di più alla salute, così, anche per rassegnazione, si fa proprio il detto “e non ti curar di loro ma guarda e passa”, specialmente perchè, spesso, questi presunti esperti giornalisti non sono poi così tanto esperti, e questo lo si deduce da quando cercano di addentrarsi sul tecnico e dalle loro regolari cadute. Perdoniamoli, non scrivono su riviste specializzate.

Le cose cambiano però, quando trattasi di esperti del settore.

Allora sì che ci si arrabbia. Ed allora sì che nasce il dubbio se l’esperienza nel campo militare sia veramente così grande o se magari si è soltanto dei bravi showman o addirittura se vi sono spinte “politiche” che intendono rivelare cattive verità per coprire i veri torti ed i reali detentori delle responsabilità. Stiamo parlando di personaggi pubblici, che appaiono spesso in tv, che suggeriscono tattiche, strategie e danno giudizi in merito ad argomenti ed attività belliche e… a quanto pare, non solo a quelle.

Beh, per questo ci vuole competenza, per questo ci vuole esperienza, conoscenza… ci vorrebbe umiltà.

Riferendoci all’attualità, è accaduto di sovente di imbattersi, in varie trasmissioni televisive, nella figura del Sig. Andrea NATIVI, Direttore di RID (Rivista Italiana Difesa) esperto certamente di “militarismo” ma probabilmente non di “status militare”.

Eh si, egregio Direttore, nel riconoscerLa in televisione ed ascoltarLa con passione ed interesse, purtroppo non possiamo fare a meno di ricordare quanto da Lei dichiarato in un articolo apparso sulla Sua rivista ?

Bilancio Difesa 2004: ? tempo di suonare la sveglia? (numero di gennaio) e, non conoscendoLa, ci viene il legittimo dubbio che sia stato mal informato circa la “reale” situazione della categoria dei Sottufficiali delle FF.AA.

Ci riferiamo al passo  << …Ma ci sono altre note dolenti: la più grave riguarda i sottufficiali. Il modello a regime prevede 38.500 sergenti e 25.000 tra marescialli ed aiutanti. La Nota illustra che nel 2004 ci saranno solo 9.700 sergenti e… 65.000 marescialli/aiutanti, in buona misura grazie alle ?generose? promozioni elargite dall’Aeronautica ai suoi sottufficiali. Le conseguenze di questa disfunzione sono evidenti: sotto il profilo economico i gradi apicali costano molto, molto di più di quelli iniziali della scala gerarchica. Inoltre buona parte di questi sottufficiali sono “vecchio regime”, abilissimi a difendere i loro comodi uffici e la routine del travet, indisponibili a tornare a fare… i soldati. Fino ad oggi non abbiamo sentito alcuna proposta volta a risolvere la disfunzione, senza attendere che il modello vada a regime… tra 20 anni. (Inutile dire che quando si cerca di spiegare questo pastrocchio all’estero ci si scontra con incredulità ed un mix di disprezzo e facile ironia sulla burocrazia italiana che ha creato questo scempio). Per ? rottamare ? (in senso buono) il personale in eccedenza si potrebbe pensare a trasferimenti presso altre branche della P.A. o enti locali di questi eccellenti impiegati in uniforme in eccesso. Ma n? i militari n? i politici vogliono assumersi l?onere di una tale iniziativa, malgrado risulti sempre più difficile la convivenza tra i nuovi marescialli, con diploma di laurea breve, grandi capacità e voglia di fare ed i loro parigrado più anziani…>>?

Anche se ormai ?navigati? ed abituati a certe opinioni, ? questo, per?, un caso difficilmente tollerabile e meritevole di approfondimento:?

  • Innanzitutto, risulta molto difficile e imbarazzante apprendere che ?esperti? del settore considerano generose elargizioni le promozioni, avvenute a seguito del D.lgs 196/95 (decreto che, a quanto pare, non tutti conoscono), dei sottufficiali dell’E.I/A.M./M.M. (non solo Aeronautica, ndr). Eppure bastava semplicemente rivolgersi a ?fonti sicure? per conoscere la disagevole condizione con la quale il sottufficiale oramai convive da quasi 10 anni. E ci si riferisce chiaramente alla difformit? di trattamento economico, giuridico e funzionale rispetto ai colleghi delle altre Forze di Polizia civili e militari ai quali il D.lgs 198/95 (anche questo sicuramente sconosciuto a coloro che pretendono di giudicare) ha riservato un ben diverso ?Riordino delle carriere? rispetto al ?disordino? di cui sopra. E poi, come mai, a fronte di questi ?presunti? regali, sono stati presentati decine di migliaia di ricorsi ai T.A.R. di competenza, proprio in censura a quelle disparit? accennate poc?anzi??
  • In merito al costo molto, molto pi? alto, ci sarebbe da scrivere un libro (e di quelli grossi, anche) visto che tra un grado e l?altro vi sono pochi…ssimi euro di differenza e, rispetto al passato, persino l?anzianit? di servizio ? considerata ormai un optional inutile (e questa situazione non f? che schiaffeggiare quelle motivazioni che hanno sempre contraddistinto il sottufficiale, continuandolo a calpestare moralmente e gerarchicamente).?
  • E ancora, come si pu? accettare di essere considerati indisponibili a fare… i soldati? Forse ci si dimentica che il ?vecchio regime? ? quello che ? passato da una Guerra Fredda (certamente non meno impegnativa di quella combattuta) ad una 1^ Guerra del Golfo passando per un pericolo chiamato Gheddafi ad una Bosnia, un Kosovo, senza tralasciare Somalia, Eritrea, Timor Est, Mozambico, per poi continuare con l?Albania, Macedonia, Afganistan fino ad arrivare in Iraq e terminare con la strage di Nassiriya (e ci perdonino tutti coloro che sono e/o sono stati impiegati in altri posti non menzionati). Ed ora qualcuno che dica che erano in villeggiatura. E tralasciamo volutamente le attivit? che suscitano meno effetto mediatico, in particolare quelle svolte in patria: missioni come i ?Vespri Siciliani?, difesa 24/24 locale, territoriale, nazionale, aerea, terrestre e marittima, esercitazioni militari, per poi finire con le funzioni di ordine pubblico e di intervento in caso di calamit? e… chi pi? ne ha pi? ne metta. Eh si, dovunque e comunque vi ? la presenza massiccia dei vecchi sottufficiali da rottamare.?
  • E non prendiamoci in giro che non ci sono proposte. Probabilmente, piuttosto che attendere le notizie ?ufficiali?, basta informarsi, chiedere al soldato, intervistare il maresciallo o meglio ancora, collegarsi su alcuni siti Internet (www.militari.org, www.assodipro.org, ecc.) dove se ne leggono di cotte e di crude, e dove le innumerevoli proposte non mancano di certo.?
  • Certo che ? difficile spiegare questi pastrocchi all?estero, ed ? altres? condivisibile imputarne le cause alla burocrazia italiana. Ed a questo proposito, abbiamo voluto raccogliere la testimonianza dei nostri Sottufficiali in missione all?estero: Essi ci hanno garantito che ai nostri colleghi Europei non importa un ?fico secco? di come si ottengono i gradi (anche se, ad onor di cronaca, riteniamo opportuno denunciare la loro meraviglia nel considerare l?alto numero di Generali presenti nelle nostre FF.AA.), a loro interessa la professionalit? dimostrata sul campo ed ? per questo che l?italiano viene rispettato. E nessun giornalista, nessun cronista, ripetiamo nessuno, pu? permettersi di dire diversamente. Purtroppo, di contro per?, si ? derisi per come si ? mandati ad operare nei vari teatri (vedi equipaggiamenti sia personali che collettivi), dove, ad esempio nei Balcani, molti sono coloro che acquistano ?di propria tasca? equipaggiamenti personali indispensabili per una dignitosa sopravvivenza nei luoghi di missione. Per non parlare del trattamento economico: basti vedere quanto prende un caporale francese senza incarichi specifici e/o di responsabilit? e confrontarlo con un Maresciallo delle nostre FF.AA. ovvero basta chiedersi perch? al militare italiano gli venga detratto dalla ?diaria di missione? vitto e alloggio, indipendentemente che dorma in tenda oppure no, che mangi o non mangi o che si nutra di ?razioni K?; e domandiamoci come mai al collega tedesco, che percepisce la stessa diaria, gli viene rimborsato ogni pasto saltato; perch? il sottufficiale (ed ogni militare, s?intenda) italiano, ogni qualvolta che chiede qualcosa che gli permetta di svolgere le proprie mansioni nel miglior modo possibile, deve imbattersi in una serie di intoppi burocratici, quando ai colleghi francesi, tedeschi, spagnoli questo non accade? Sar? colpa del sottufficiale ?vecchio regime? anche qui??
  • Abbiamo letto anche di ?rottamazione? del personale. Beh, noi siamo abituati ad utilizzare questo termine per le cose e non per le persone. Siamo convinti che se parlassimo di rottamare tutta una categoria di giornalisti (e tra di loro s? che ci sono quelli che scrivono emerite ?sciocchezze?) sicuramente tutto l?Ordine scenderebbe in campo per prenderne le difese. Ed invece, per i Sottufficiali delle FF. AA.: dov?? il Co.Ce.R.??? Dove sono le Rappresentanze Militari??? Ed i vertici delle FF.AA., come mai non sono intervenuti a difesa della categoria??? Ebbene, proprio questo dovrebbe indurre ad una riflessione, ed ? proprio su questo che il buon giornalista dovrebbe ?indagare?.?
  • E poi, perch? mai ?inventare? questa pseudo sempre pi? difficile convivenza tra i nuovi marescialli e coloro che fanno parte del ?vecchio regime? aggiungendo che hanno grandi capacit? e voglia di fare rispetto ai loro parigrado pi? anziani?

Ma qual?? lo scopo di queste affermazioni?

La realtà ci mostra tutt’altra cosa. Non risulta alcuna difficoltà di inserimento dei nuovi ruoli marescialli, anzi, diamo merito proprio alle capacità degli ?anziani? di non rendere difficoltoso l’impatto con la reale vita militare, in particolare in questi ultimi difficili periodi. Ma chi potrebbe stimolare la voglia di fare ai giovani se non gli ?anziani?? Ma non bastava semplicemente chiederlo ad uno di loro??

La nostra intenzione ? quella di mostrare al caro Direttore che per taluni pu? risultare sin troppo semplice ?sparare sulla croce rossa?, denigrando un?intera categoria in un paese dove il militare in generale viene talvolta considerato superficialmente un ?parassita?, in particolar modo in alcune zone del nord Italia nelle quali la società civile li annovera tra le categorie improduttive. E rimane oltremodo facile vilipendere il sottufficiale, a causa della pi? totale mancanza di mezzi che gli possano consentire la legittima difesa e l?adeguato diritto di replica, per di pi? abituato a convivere con la pi? totale assenza di ogni reale forma di tutela. Ed ? tutto qui il punto. Per il militare, confrontarsi con altri Paesi comunitari ? divenuta oramai operazione faticosa. Scoprire che essi, a differenza di ci? che accade nel nostro Paese dove la Carta Fondamentale consacra ed il legislatore nega, godono dei pi? elementari diritti che le loro Costituzioni riconoscono gi? basta a creare

disagio senza che se ne aggiunga altro. E? mai possibile che per ottenere rispetto, riconoscenza e risalto sociale, occorra attendere il rientro di qualche bara dei nostri militi sparsi nel mondo? Possibile che nessuno sappia apprezzare il vero valore dell?opera svolta dai nostri militari quando sono in vita?

Ormai si ? costretti ad attendere un qualunque periodo elettorale per udire qualche sussurro. In proposito la categoria attende con ansia e curiosit? le varie proposte circa il modo in cui sar? affrontato il tema dell?equiparazione della condizione militare italiana con quella degli altri paesi europei. Perch? non indagare su ci? che in questo momento sta accadendo in Parlamento (Commissione Difesa) circa il dibattito relativo alla riforma delle Rappresentanze Militari? Perch? non scrivere della mancanza di interesse della politica circa una vera riforma in senso democratico di tale strumento? Perch? ancora nessuno ha il coraggio di prendere a riferimento le posizioni degli altri paesi comunitari??

Egregio Direttore, i militari italiani, notoriamente portatori di pace ed impegnati per la difesa delle democrazie, in Italia ed all?estero, sono tuttora in attesa che vengano a loro volta riconosciuti i propri diritti fondamentali, primo fra tutti quello della libert? d?associazionismo professionale, gi? sancito dalla nostra carta Costituzionale nonch? da tutti i trattati internazionali sottoscritti dal nostro ?bel? Paese. Da circa 20 anni l?Italia viene continuamente ammonita dal Parlamento Europeo per la mancata applicazione di quanto da esso stabilito, vale a dire il riconoscimento ai militari dei diritti sindacali e professionali. E? questa la reale situazione di disagio che ?disturba? il militare italiano, ed in particolare il Sottufficiale (almeno gli Ufficiali riescono a controbilanciare con il proprio stipendio tali problematiche). Ed anche l?articolo di cui stiamo trattando mostra il duraturo distacco dei mass-media nei confronti dei problemi del personale militare, anomalia tipica della societ? italiana. Ai ?difensori della Patria? nostra ed altrui, sarebbe gradito leggere di coloro che ormai non sono pi? in vita a causa dell?uranio impoverito, dove tutti sanno della compatibilit? con l?invio delle FF.AA. nei balcani ma nessuno vuol riconoscerlo. Sarebbe gradito vedere l?intervento ed il sostegno della stampa circa la problematica dell?amianto, dove nonostante la Corte Costituzionale si sia pronunciata circa il riconoscimento per tutte le categorie dei lavoratori della legge 257/92, per i militari la legislazione applicativa ? ancora latitante. Ed anche se qualcuno ne parla… ? sempre troppo poco!

E? tutto ci? che fa scaturire dolore, disagio, malcontento. Anche se, ben lungi dal ?pensare? di voler difendere la routine del travet. ?

Per concludere, un particolare invito al Direttore di R.I.D. ed ai suoi colleghi di meditare attentamente su quanto scrivono e soprattutto a vagliare meglio le proprie fonti, che, mai come in questo caso si sono rivelate decisamente inattendibili.

Non dimentichiamoci che anche tra i morti di Nassiriya vi erano Marescialli, quelli con la ?M? maiuscola, e poi… talune riviste, che annoverano fra i propri lettori numerosi sottufficiali ?vecchio regime?, vengono lette anche da gente che non indossa le stellette, gente facilmente influenzabile, che certamente non stiamo aiutando a formarsi una giusta coscienza circa il mondo dei ?cittadini in uniforme?.

Noi riteniamo tutto ci? deleterio!?

Un doveroso ossequioso saluto da parte dei ?Sottufficiali da rottamare??in senso buono.

MICELI Marcello
Coordinatore Nazionale
Comparto Giovani ASSODIPRO

uran2000@inwind.it

Coordinatore Nazionale
Comparto Giovani ASSODIPRO

Per intervenire su questo argomento scrivere a: uran2000@inwind.it

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