Difesa,  Salute

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA – C.4/18746

Atto a cui si riferisce:

C.4/18746 [Nesso tra tumori e vaccini nel settore militare]

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18746 presentata da FRANCESCO BARBATO
martedì 27 novembre 2012, seduta n.724
BARBATO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

in data 23 novembre 2012 su Repubblica.it nella rubrica «Re Inchieste» a firma di Vittoria Iacovella nell’articolo: «Gli esperti internazionali: “Un nesso chiaro tra il cattivo uso dei vaccini e il tumore”» si parla del nesso militare tra tumori e vaccini;

per Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute di Philadelphia e per l’infettivologo Giulio Tarro le vaccinazioni troppo ravvicinate, anamnesi insufficienti e confezioni multidose possono essere all’origine delle morti o delle gravi malattie dei militari;

secondo il servizio le case farmaceutiche avrebbero risposto: «Non siamo in grado di offrire risposte sui tempi e modi di somministrazione»;

nel servizio si racconta di «David che aveva appena iniziato il servizio di leva nell’Esercito nell’85esimo Reggimento Verona a Montorio Veronese, quando il 19 giugno 2006 fu sottoposto a una serie di vaccinazioni. Stava bene, il giorno precedente aveva vinto una maratona locale, ma dopo l’ultima iniezione cadde a terra senza conoscenza. Oggi convive con un’invalidità del novanta per cento dovuta a una gravissima neuropatia da avvelenamento da metalli pesanti dovuta a un importante deficit del sistema immunitario. (…) La famiglia ha iniziato una battaglia per vedere riconosciuto il danno subito dal figlio a causa dei vaccini che gli sono stati iniettati durante il servizio militare, esibendo analisi di laboratorio e schede vaccinali piene di irregolarità. Niente però è servito. “Davanti a noi un muro
insormontabile” racconta la madre Silvana “quando mi dissero che il caso di mio figlio non era classificabile fra quelli del Protocollo Mandelli, per chi aveva prestato servizio all’estero, né da nessun’altra parte, ho capito che avremmo urlato nel buio”. In questo buio però i genitori di David hanno incontrato più gente di quanta pensassero, familiari di ragazzi, spesso deceduti, che avevano storie analoghe, malattie violentissime comparse da un giorno all’altro»;

sarebbero quasi 4000, secondo l’associazione di assistenza ai familiari dei caduti delle Forze armate, i casi di contaminazione per uranio impoverito e altri agenti patogeni;

il dato di 3721 casi, fornito dalla difesa (dal menzionato servizio), è peraltro molto inferiore alla realtà perché si riferisce solo a casi di militari in servizio, mentre esclude tutto il personale militare in congedo che ha lasciato il servizio ed i civili che lavorano nelle Forze armate;

da Philadelphia, il professor Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute ha detto: «C’è un nesso riconosciuto tra vaccini ravvicinati e abbassamento delle difese immunitarie. E in Italia c’è pieno di posti ad alto tasso d’inquinamento altamente pericolosi per chi ha un sistema immunitario compromesso». A una domanda precisa («Se venisse da lei un militare italiano che gli chiedesse un consiglio sul fatto di doversi sottoporre a una decina di vaccinazioni in un mese, cosa gli risponderebbe?»), Giordano ha detto: «Gli spiegherei che tanto vale suicidarsi». E lo stesso Giordano lancia la sua proposta: l’equipe di ricerca dello Sbarro institute of cancer research and molecular medicine di Philadelphia si mette a disposizione per fare, gratuitamente, studi scientifici in merito, per contribuire a far emergere la verità;

(…) Non solo, finora sono stati ignorati anche molti studi
internazionali che sostengono la stessa evidenza e di cui ci parlano scienziati importanti che lavorano anche per altre nazioni come Giordano, Giulio Tarro medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, infettivologo di fama mondiale, o Franco Nobile del Centro di eccellenza nazionale per la lotta ai tumori di Siena, che ha effettuato studi proprio sui militari. Tutti medici indipendenti, che non hanno mai accettato sostegno né fondi da case farmaceutiche;

«nel frattempo le condizioni di Erasmo Savino, il militare di cui denunciavamo la storia nella precedente inchiesta, continuano a peggiorare. Secondo un’analisi dell’infettivologo Giulio Tarro: “Si può affermare che ha ricevuto una concentrazione di vaccini in tempi brevi, le cui componenti metalliche hanno interagito con i trigliceridi ed hanno formato dei complessi che hanno fatto da pacemaker alla proliferazione della malattia…. Le vaccinazioni, quando non condotte secondo i protocolli della Sanità militare, spesso sono causa o concausa delle patologie di cui risultano affetti gli stessi militari e che in casi molto frequenti hanno portato al decesso”. Nonostante ciò, per Savino non c’è nessun risarcimento: la burocrazia sul suo caso è bloccata. Il tempo passa, il tumore corre. Rimane il silenzio dei grandi palazzi» -:

di quali notizie dispongano i ministri interrogati e quali iniziative intendano assumere alla luce di quanto esposto che ad avviso dell’interrogante è gravissimo quali studi si stiano conducendo e si intendano promuovere incaricando al riguardo medici specializzati in materia e soprattutto siano svincolati da logiche farmaceutiche indi super partes, a tutela della salute dei giovani militari e quali precauzioni che si intendono adottare;

se i Ministri interrogati intendano raccogliere la proposta di Giordano che mette a disposizione l’equipe di ricerca dello Sbarro institute of cancer research and molecular medicine di Philadelphia «gratuitamente» per studi scientifici in merito e per contribuire a far emergere la verità. (4-18746)

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