Difesa,  Salute

Testo MOZIONE – C.1/01204

Atto a cui si riferisce:
C.1/01204 [Supporto nelle cure ai militari che contraggano la «sindrome da uranio impoverito»]

Atto Camera

Mozione 1-01204 presentata da GIANPAOLO DOZZO testo di lunedì 3 dicembre 2012, seduta n.727
La Camera,

premesso che:

va sottolineata la sollecitudine e la sensibilità dimostrate dal
Parlamento nei confronti dell’anomala ondata di patologie abbattutasi sui giovani militari italiani, ricondotta per comodità al concetto di «sindrome da esposizione all’uranio impoverito»;

l’uranio impoverito è utilizzato in una serie di applicazioni civili e militari in ragione delle sue peculiarità di resistenza e leggerezza, oltreché di economicità in quanto prodotto di scarto della produzione di energia elettronucleare;

la scelta di utilizzarlo nella produzione di munizioni e protezioni – fatta in epoche in cui non sussistevano particolari sospetti concernenti la sua tossicità – non ha nulla a che fare con la presunta volontà di produrre armi non convenzionali dal punto di vista degli effetti, ma soltanto con l’obiettiva convenienza dal punto di vista del suo rapporto costo/efficacia;

le conclusioni alle quali sono giunte le differenti inchieste condotte dall’amministrazione e dal Parlamento hanno finora privilegiato la tesi del concorso di una pluralità di cause all’insorgenza delle patologie ricondotte comunemente alla «sindrome da uranio impoverito», senza, peraltro, escludere la tossicità e pericolosità di quest’ultimo;

risulta, in particolare, che abbia sposato la tesi dell’eziologia multi causale la relazione elaborata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano impiegato nelle missioni internazionali di pace, sulle condizioni della conservazione e sull’eventuale utilizzo di uranio impoverito nelle esercitazioni militari sul territorio nazionale, istituita durante la XIV legislatura dal Senato della Repubblica, approvata il 1° marzo 2006;

i sospetti si addensano su una perniciosa combinazione di fattori, quali i cicli intensivi di vaccinazioni ai quali è sottoposto il personale militare italiano in vista del rischieramento all’estero sui teatri di crisi, l’impiego di solventi pericolosi nelle operazioni di pulizia e manutenzione delle armi in dotazione e l’esposizione effettiva ad agenti contaminanti emanati da proiettili o corazzature contenenti uranio impoverito, in Italia ed all’estero;

l’insorgenza delle patologie connesse alla cosiddetta «sindrome da uranio impoverito» è, comunque, addebitabile ad attività svolte in ragione dell’esercizio della professione militare e perciò sussistono tutti i presupposti per il riconoscimento della causa di servizio a coloro che ne siano colpiti;

in ragione di quanto precede, sussiste un obbligo dello Stato di assicurare ogni possibile sostegno ai militari che contraggano malattie assimilabili alla «sindrome da uranio impoverito», anche dopo la loro eventuale cessazione dal servizio;

in attesa di evidenze conclusive ulteriori, si impone, in ogni caso, il rafforzamento delle misure di precauzione, diluendo i cicli di vaccinazione, ad esempio, verificando la tossicità dei solventi impiegati nella manutenzione delle armi ed emanando nuove direttive circa l’atteggiamento da tenere nei poligoni e sui teatri di crisi, specialmente in presenza di relitti di mezzi distrutti con l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito o, comunque, di carcasse di veicoli protetti da corazzature impieganti il medesimo materiale;

va considerato, inoltre, il crescente livello di allarme sociale nelle regioni sul cui territorio si trovano i poligoni impiegati dalle Forze armate italiane ed alleate, in ragione di una serie di morti sospette tra i civili residenti nelle aree adiacenti, delle anomale patologie affiorate tra gli animali allevati nelle medesime zone e del probabile impiego in esercitazione di proiettili contenenti uranio impoverito, la cui effettiva pericolosità rimane allo stato tuttora da accertare ma non può certamente essere esclusa;

va tenuto conto delle risultanze delle inchieste promosse dalla magistratura in relazione alle aree adiacenti ai poligoni di Frasca e Salto di Quirra e del voto con il quale, il 30 maggio 2012, la Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, istituita dal Senato della Repubblica, ha approvato all’unanimità la proposta di una progressiva riduzione dei poligoni di Capo Frasca e di Capo Teulada e la concentrazione di tutte le attività sostenibili nel poligono interforze di Salto di Quirra;

sussiste, quindi, la necessità di valutare l’opportunità di procedere ad una meticolosa azione di bonifica dei siti potenzialmente gravemente inquinati, in Sardegna ma anche nelle altre regioni del territorio nazionale, impegna il Governo: a riconoscere la causa di servizio ed ogni possibile supporto nelle cure ai militari che contraggano la «sindrome da uranio impoverito», inclusi quelli cessati dal servizio, nonché alle famiglie che li sostengono;

a rinnovare gli sforzi tesi all’accertamento dell’eziologia della sindrome e del contributo assoluto e relativo che danno alla sua insorgenza i più probabili fattori, senza alcuna preclusione;

ad intensificare la cooperazione scientifica internazionale con i Paesi amici ed alleati che stiano sperimentando l’insorgenza del medesimo fenomeno;

ad adottare, infine, le misure precauzionali al momento ritenute più adeguate a contenere l’esposizione dei militari ai fattori di rischio, considerando, altresì, i pericoli obbiettivamente gravanti sui civili che risiedono in prossimità di poligoni appartenenti alle Forze armate e valutando l’opportunità di procedere ad una bonifica adeguata dei siti di cui sia sospettato o possibile l’inquinamento, dentro e fuori la Sardegna.

(1-01204)
« Dozzo, Maroni, Bossi, Gidoni, Chiappori, Molgora, Lussana, Fogliato, Montagnoli, Fedriga, Fugatti, Volpi, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Buonanno, Callegari, Caparini, Cavallotto, Comaroli, Consiglio, Crosio, D’Amico, Dal Lago, Desiderati, Di Vizia, Dussin, Fabi, Fava, Follegot, Forcolin, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Isidori, Lanzarin, Maggioni, Martini, Meroni, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Polledri, Rainieri, Reguzzoni, Rivolta, Rondini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli».

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