Difesa,  Forze di polizia

Audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa – Resoconto sommario n. 263 del 01/02/2012

Atto a cui si riferisce:
Audizione
del Capo di Stato maggiore della Difesa nell’ambito dell’indagine
conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze armate e delle
Forze di polizia ad ordinamento militare

Legislatura 16º – 4ª Commissione permanente – Resoconto sommario n. 263 del 01/02/2012

 

Seguito dell’indagine conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare:

seguito dell’audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa

Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta pomeridiana del 25 gennaio scorso.

Il senatore DEL VECCHIO (PD)
pone l’accento sulle problematiche relative all’impatto della nuova normativa pensionistica contenuta nel decreto “salva Italia” sulla disciplina vigente per il comparto Difesa.

Domanda, altresì, quali siano i progetti volti a migliorare la
disponibilità di alloggi di servizio per il personale.

 

Si associa il senatore DE GREGORIO (PdL),
osservando che l’innalzamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico potrebbe avere rilevanti impatti sull’operatività dello strumento e che si renderà comunque necessario valutarne l’impatto anche alla luce del principio di specificità della condizione militare, del pari sancito da norme di legge.

Con riferimento, quindi, all’adeguamento dei canoni di affitto degli alloggi occupati da utenti sine titulo, chiede delucidazioni in ordine ad alcune ipotesi in cui la rideterminazione di quanto dovuto appare eccessivamente onerosa in rapporto al reddito.

 

Il senatore ESPOSITO (PdL)
domanda se, alla luce delle attuali necessità di contenimento delle spese, la Difesa intenda procedere ad una revisione in chiave riduttiva degli alloggi di servizio ad incarico di rappresentanza (ad oggi circa 47), e, quindi, dei relativi costi di gestione.

 

Il senatore AMATO (PdL)
chiede se, alla luce dell’esperienza sino ad ora maturata circa l’impiego del personale femminile nelle Forze armate, sia emerso un valore aggiunto in termini di efficienza e flessibilità dello strumento militare, e se la Difesa stia pensando a codificare percorsi formativi e di impiego che tengano conto delle specificità di genere.

Domanda, inoltre, come siano da valutarsi, in concreto, i corsi di formazione delle Forze armate per i giovani.

 

Il senatore FAZZONE (PdL)
osserva che, in ambito pensionistico, la cosiddetta “riforma Dini” non appare, per il comparto Difesa, del tutto perfezionata. Infatti, il personale militare non ha ancora la possibilità, dopo oltre 15 anni dall’entrata in vigore, di aderire a fondi pensione negoziali al fine di costruire la propria previdenza complementare.

Domanda quindi quando ragionevolmente tale condizione potrà essere superata, al fine di non penalizzare circa 200.000 militari (considerando anche il personale dell’Arma dei carabinieri), dando con ciò avvio alla previdenza complementare per il comparto.

 

Il senatore BURGARETTA APARO (PdL)
rileva che l’articolo 19 della legge n. 183 del 2010, nel riconoscere la specificità del personale appartenente al comparto difesa-sicurezza, ha attribuito altresì all’organo centrale della rappresentanza militare un ruolo importante nella definizione del trattamento economico, e che
l’introduzione di tale norma ha alimentato, di fatto, l’aspettativa di provvedimenti che diano reale concretezza al ruolo negoziale e che consentano una maggiore incisività al predetto organo. In ragione di ciò, chiede quali dovrebbero essere i limiti, le finalità e le modalità esecutive dei provvedimenti tesi a sostanziare la norma, ai fini di
armonizzare le aspettative delle rappresentanze e la peculiarità che contraddistingue le Forze armate.

 

Il senatore RAMPONI (PdL),
nell’osservare che i documenti di bilancio approvati lo scorso anno prevedevano un taglio al comparto per circa un miliardo e 400 milioni di euro, prevalentemente concentrato sull’ammodernamento ed il rinnovamento dei sistemi d’arma, e che recenti notizie sembrano invece
confermare che il predetto intervento sarà spalmato anche su altre voci di spesa, domanda se ed in che misura il personale del comparto sarà interessato dall’intervento.

 

Replica agli intervenuti il generale ABRATE, sottolineando innanzitutto il costante dialogo tra lo Stato maggiore della Difesa ed il Ministro in ordine alla ridefinizione delle priorità e del modo d’essere delle Forze armate, che presumibilmente porterà all’elaborazione di proposte
concrete già a partire dal Consiglio supremo di Difesa del prossimo 8 febbraio.

Per quanto attiene, nello specifico, alle problematiche sottese agli alloggi di servizio rileva quindi che la questione degli utenti sine titulo è un problema cui da anni si cerca di dare una soluzione appropriata, soprattutto alla luce della professionalizzazione delle Forze armate, che ha generato una rilevante domanda di unità abitative anche da parte
del personale di truppa. L’intervento preso in considerazione dagli oratori, peraltro, concerne le categorie “non protette” (laddove in quelle protette rientrano, ad esempio, le le famiglie delle cosiddette “vittime del dovere”, le persone portatrici di handicap ovvero le famiglie con un reddito complessivo inferiore ad una soglia prefissata). In particolare, la rideterminazione del canone di affitto è
stata fatta tenendo conto anche dell’area dove l’alloggio era situato, e comunque avendo a disposizione margini temporali ristrettissimi, dando effettivamente luogo, ad esempio in zone come Roma, ad un significativo
aumento delle quote dovute, talvolta anche eccessivo. Tuttavia, lo Stato maggiore si è assunto l’impegno a ridefinire l’entità di alcuni canoni di affitto, ancorché questi rimarranno comunque superiori a quelli dovuti dagli aventi titolo. Infine, non va a suo avviso dimenticato che
la rideterminazione dei canoni opera in funzione chiaramente disincentivante per gli utenti sine titulo, anche al fine di far fronte all’evidente situazione sperequativa in cui versano molti militari in servizio costretti al pendolarismo proprio dalla mancanza di unità abitative disponibili.

L’oratore prosegue la propria disamina osservando che all’attuale carenza alloggiativa potrà farsi fronte sia ricorrendo all’istituto della cartolarizzazione dei beni militari, sia alla società Difesa Servizi S.p.A., rilevando altresì, con riferimento agli alloggi ASIR, che il numero risulta già diminuito di quattro unità, e che il Segretario generale della Difesa ha dato, altresì, disposizioni formali, già operative, per una riduzione delle spese inerenti di circa il 30
per cento. L’obiettivo è che il numero di tali alloggi sia ridotto a sole sei unità, destinate alle cariche di vertice che hanno oggettivi doveri di rappresentanza. Peraltro, si dovrà tenere conto delle differenti tipologie di abitazioni (in base alle dimensioni in metri quadrati), al fine di individuare le soluzioni ottimali.

In relazione al sistema pensionistico, osserva che una delle
problematiche più evidenti, anche in relazione al principio di
specificità della condizione militare è rappresentata dai limiti di età, che non dovrebbero essere aumentati, tenendo conto che lo strumento appare già particolarmente invecchiato e che tale decisione potrebbe altresì contrastare con la necessità di snellimento della struttura.
Un’occasione per affrontare la tematica potrebbe peraltro essere rappresentata dal prossimo decreto di armonizzazione.

 

Interviene brevemente la senatrice NEGRI (PD), domandando in cosa consista, nel dettaglio, il citato decreto.

 

Il generale ABRATE precisa che si tratta del decreto di armonizzazione dei regimi pensionistici previsto dal decreto-legge n. 201 del 2011.

 

La senatrice NEGRI (PD)
obietta che un’eventuale posizione contraria all’innalzamento dei limiti di età potrebbe risultare di difficile argomentazione, tenuto conto dei sacrifici cui è chiamato tutto il Paese.

 

Il generale ABRATE osserva che, in ogni caso, l’attuale sistema ha una ratio ben definita, giustificata, altresì, dalla particolarità e del carattere usurante del lavoro svolto, in particolare quando si è impegnati in operazioni fuori area. Le Forze armate, comunque, si adopereranno per ottenere il massimo dell’efficientamento, orientandosi verso un maggiore utilizzo in patria del personale più anziano.

Con riferimento, quindi, alla condizione del personale femminile, precisa che gli effetti connessi alla presenza del suddetto nelle Forze armate sono indubbiamente positivi, dando luogo all’elevazione dei comportamenti tenuti in tutti i reparti e risultando altresì assolutamente indispensabili nelle operazioni fuori area in paesi di religione musulmana: il personale medico e paramedico femminile, ad esempio, ha potuto portare preziosa assistenza alle donne del luogo,
laddove la religione locale non ammetteva tale possibilità per un operatore di sesso maschile. Inoltre particolare attenzione viene apprestata alle problematiche inerenti il ricongiungimento familiare, ed è altresì allo studio la possibilità di ripensare i criteri di selezione all’ingresso e di assegnazione degli incarichi al fine di evitare recriminazioni da parte di entrambi i sessi.

In relazione ai corsi di formazione delle Forze armate per i giovani, pone l’accento sulla positività dell’iniziativa, che rappresenta, più che uno strumento di reclutamento (quale in realtà non è), un importante veicolo di conoscenza della realtà militare.

Con riferimento, poi, alle conseguenze per il personale dei tagli previsti dai documenti di bilancio, osserva che, essendo la parte stipendiale legata alle spese vincolate, gli effetti saranno di natura indiretta, ancorché sentiti, e dovuti, in particolare, sia ai tagli operati sull’esercizio (che incidono sulle dotazioni e sulla formazione), sua a quelli operati sugli investimenti (che comporteranno un rallentamento del rinnovamento dei mezzi con conseguente sofferenza della componente operativa).

 

Nessun altro chiedendo di intervenire, il presidente CANTONI ringrazia il generale Abrate per la sua disponibilità, dichiarando conclusa la procedura informativa.

 

Il seguito dell’indagine conoscitiva è quindi rinviato.

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