Rappresentanza militare

Programma di riforme della condizione militare

DA COSTRUIRE CON SOCI E SIMPATIZZANTI – In un precedente intervento avevamo affermato che il nuovo governo, nonostante abbia una maggioranza risicata, deve comunque governare e affrontare la realtà delle innumerevoli problematiche che riguardano la categoria. Affermando altresì che nulla ci avrebbe impedito di sensibilizzare le forze politiche e sociali, nel cercare di realizzare le riforme necessarie al personale, in servizio e in quiescenza del comparto difesa e sicurezza. L’Associazione è già al lavoro per predisporre un programma, nel quale coinvolgeremo chiunque sia disponibile a dare il proprio contributo di idee e di partecipazione diretta, al fine di elaborare proposte concrete, da sottoporre al confronto con tutte le parti sociali. Per agevolare eventuali collaborazioni, riteniamo sia utile stilare una bozza di programma per temi, in modo che ognuno possa liberamente contribuire a quello che ritiene più opportuno.

L’elenco che stiliamo non è in ordine di importanza, in quanto riteniamo che i vari incontri, confronti e dibattiti che andremo ad organizzare, dovranno necessariamente tenere conto delle disponibilità dei vari interlocutori e, quindi, le priorità saranno decise di volta in volta. Un’altra precisazione attiene il tipo di riforme che proporremo, poiché quelle che comportano oneri di spesa, dovranno ovviamente avere come interlocutore principale i responsabili politici e di governo e richiederanno, sicuramente, tempi più lunghi rispetto ad altri dove basterà la sola volontà sociale di cambiamento. Le tematiche che affronteremo le abbiamo raggruppate nei seguenti argomenti :

  1. trattamento economico
  2. trattamento di pensione
  3. tutela della condizione
  4. stato giuridico
  5. carriere e gradi
  6. nuovo modello di difesa.

Riteniamo importante per i lettori stilare una traccia, di come intenderemo abbozzare il lavoro che andremo ad affrontare, sperando di dare un contributo d’indirizzo. Un argomento specificatamente politico, ma sul quale dobbiamo intervenire come cittadini, è quello relativo al NUOVO MODELLO DI DIFESA che, tenendo conto della politica internazionale svolta dal governo tramite l’impiego dei militari e del nuovo assetto professionale delle forze armate, si dovrà decidere, ci auguriamo coinvolgendo i cittadini, quale nuovo modello di difesa costruire per il prossimo futuro. Qualsiasi saranno le scelte politiche che saranno fatte, il personale ha estremo bisogno che si metta mano ad una profonda riforma del sistema di TUTELA DELLA CONDIZIONE MILITARE.

La tutela dei diritti, sia singoli sia collettivi, non può certo continuare ad essere delegata a delle rappresentanze molto limitate, gerarchizzate, inserite nell’ordinamento e prive di qualunque potere d’intervento. Una riforma questa che, a nostro giudizio, non richiede l’utilizzo di risorse economiche, bensì necessita solamente di una precisa volontà politica di cambiamento.

Un altro ammodernamento, anch’esso a costo zero, è quello inerente lo STATO GIURIDICO del personale.

E’ fondamentale eliminare gli attuali stati giuridici esistenti, oramai obsoleti e risalenti alla fine degli anni quaranta, e andare alla costituzione di un solo stato giuridico, che riguardi tutto il personale, dal soldato al generale. Tale riforma, scaturisce dall’esigenza di adeguare il rapporto d’impiego, in virtù del nuovo assetto professionale dato alle forze armate e dalla recente trasformazione attuata nel sistema delle pensioni. Modifiche che hanno inciso negativamente sul TRATTAMENTO ECONOMICO del personale appartenente ai gradi più bassi della gerarchia militare. Il trattamento economico, quindi, sarà sicuramente un argomento che ci vedrà particolarmente impegnati, visto anche che si deve predisporre il contratto, normativo per il quadriennio 2006/2009 ed economico per il biennio 2006/2007.

Questa è solo una delle ragioni, ma non bisogna dimenticare l’enorme dilatazione della FORBICE RETRIBUTIVA, divenuta oramai insostenibile e vergognosa, sulla quale si dovrà necessariamente intervenire, al fine di riequilibrare le retribuzioni e di dotare, inoltre, tutto il rimanente personale, della carriera amministrativa così come è stato fatto per gli ufficiali.

Tale necessità è altresì impellente poiché, con la riforma del SISTEMA PENSIONISTICO, il personale militare sarà percettore di pensioni contributive che corrisponderanno al 40 o al massimo al 60 % dell’ultima retribuzione. Nonostante siano trascorsi più di dieci anni ancora nulla è stato fatto per iniziare ad organizzare le pensioni integrative.

In merito poi, non si può sottacere lo strapotere che hanno i vari responsabili gerarchici, con la totale discrezionalità, di decidere a chi assegnare il CFI, lo STRAORDINARIO, le MISSIONI e quant’altro va a formare, non solo lo stipendio mensile, bensì va anche ad incidere fortemente sulla costruzione della futura pensione del singolo militare.

La gerarchia deve rispondere dell’efficienza e delle capacità dello strumento militare, ma non può e non deve incidere sullo stipendio, né tanto meno sulla costruzione della pensione del singolo militare.

Un altro tema che affronteremo sarà il RIORDINO DELLE CARRIERE, non solo con dei semplici aggiustamenti, quanto con una proposta di riforma complessiva delle carriere e con la relativa ristrutturazione dei GRADI e del sistema di avanzamento.

Le nuove professionalità presenti nella struttura, l’alto tasso di scolarizzazione di tutti i militari e il tipo di nuovi impieghi previsti inducono ad una necessaria riforma di carriere e gradi. A nostro avviso l’attuale distribuzione della gerarchia militare, in ventitré gradi, è ampiamente superata sia sul piano pratico sia per quanto attiene la necessità funzionale della struttura.

Per concludere, questa breve nota vuole essere solamente un primo contributo di idee, per segnalare su quali linee e in che modo nel prossimo futuro affronteremo le tematiche che interessano il personale del settore difesa. Come detto in premessa, auspichiamo un contributo di chiunque è interessato a partecipare con argomenti, proposte e quant’altro possa servire alla causa del miglioramento della condizione militare.

La PARTECIPAZIONE, anche solo d’idee, è un atto concreto con il quale esprimiamo il nostro sentimento di SOLIDARIETA’ nel tentativo di affermare i nostri diritti e costruire assieme il nostro futuro.

Alberto Tuzzi

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