Amianto,  Associazione,  Rappresentanza militare,  Sindacato,  Uranio Impoverito

Sotto l’albero di natale….. troppe foglie di fico

In attesa di godere dei benefici “epocali”, relativi alla riduzione della tassazione sui redditi delle persone fisiche, “sommessamente” annunciati dal Presidente del Consiglio On.le Silvio Berlusconi, qualche considerazione sui temi d’area che hanno caratterizzato l’anno in corso.
Riallineamento dei gradi e delle progressioni di carriera dei sott.li delle FF.AA. rispetto agli omologhi delle FF.PP. ad ordinamento militare in relazione alle perduranti sperequazioni di cui al D.L. 196/95 e successive modificazioni.

Dopo nove anni di incredibili beffe, i marescialli delle FF.AA. (ma non tutti) ottengono quanto secondo una moderata ragionevolezza gli competeva; palesi erano gli squilibri creati dal D.L. 196/95, come giustificato era il risentimento che sul punto avevano espresso.

Il provvedimento di “riparazione”, inserito nella L.186/2004 “Conversione in Legge del D.L. 136/2004….” dato il lungo tempo richiesto per la sua elaborazione, lasciava presagire che…… finalmente, si sarebbe pervenuti ad una completa revisione di tutti gli squilibri esistenti.

Le cose, come i fatti si incaricano di dimostrare sono andate in realtà diversamente; dal provvedimento in parola emergono significative e ingiustificate esclusioni (M.lli Capo con elevata anzianità di servizio) che al danno attuale sommeranno la beffa dei minori crediti pensionistici (legati alla quota del sistema contributivo) da far valere al momento del congedo.
Si obietterà che, queste povere foglie cadute  sono poca cosa rispetto all’insieme del provvedimento, che è stato fatto quanto di più non si poteva fare, che in futuro con il nuovo riordino in cantiere… un occhio di riguardo sarà loro riservato.

Personalmente credo, (e non me ne vogliano i rappresentanti del personale che nella circostanza ho visto particolarmente determinati),  che la soluzione totale e condivisa  del problema…… era fuori della loro portata.
Era nella scelta politica (che non è prerogativa del COCER) di assecondare il nuovo modello di difesa relativamente alle eccedenze dei “quadri”; occorreva, e occorrerà ancora, dare aria al ruolo  con provvedimenti incentivanti la fuoriuscita anticipata dal servizio di quanti oggi sono nella vicinanza del congedo, così come avviene per altra categoria militare e per altri lavoratori.

Occorreva superare gli schematismi dei definiti numeri apicali e le rigidità delle corrispondenze gradi-dotazioni organiche;occorreva rimuovere il tappo che comprime il raggiungimento della posizione apicale dei sott.li dando quindi velocità a quelle anzianità di carriera già dette che, da un lato vengono frenate verso l’alto in ragione della saturazione del ruolo a livello di vertice, e dall’altro avvertono il fiato dei novelli arruolati.

Occorreva capire che le esigenze funzionali delle FF.AA. relative alla prevista riduzione dei “quadri” nella circostanza del riallineamento trovavano una alleanza e una necessità da assecondare fino in fondo.
Se si parla di nuovo riordino è perché si è compreso che il riallineamento attuato, nel rappresentare un tardivo e insufficiente atto di giustizia nei confronti dei M.lli delle FF.AA. ha lasciato tuttavia irrisolte nodali questioni di fondo che incidono sull’assetto strutturale e funzionale delle nostre FF.AA.

E’ stata fatta la scelta (da parte del Governo) di tamponare una falla, decidendo nel contempo di rinviare a tempi migliori ogni intervento di concreta e significativa riforma.

Contratto biennio economico 2004/2005. Alle tante promesse elettorali dell’attuale maggioranza politica e ai tanti roboanti proclami dei suoi sodali ventriloqui, che garantivano miracoli economici, tali da avvicinare in questa legislatura le retribuzioni dei nostri militari a quelle degli omologhi europei, ha fatto seguito un contratto economico (dizione usata per farsi capire perché in realtà tutti sanno che non di un vero contratto si tratta) che nella sostanza è la fotocopia dei precedenti, con l’aggravante della presa in giro.

Lira più, lira meno rispetto all’ortodossia dei vincoli di bilancio, quanto elargito non rappresenta per nessuno dei beneficiari quella spinta propulsiva delle retribuzioni da tutti ritenuta indispensabile allo scopo di delineare una apprezzabile tendenza verso il contesto degli appannaggi economici dei militari europei.

Se lo spessore economico del contratto (?) desta incredulità, quello relativo alla concertazione che l’ha partorito dimostra tutta la volatile discrezionalità delle regole che ad essa sottendono.

Il contesto normativo e politico in cui avviene la concertazione marginalizza il ruolo delle RR.MM. a favore del confronto diretto SS.MM.-Governo; da questa ossessione che svilisce la partecipazione, il contributo e il ruolo dei rappresentanti del personale  l’ininfluente prendere o lasciare, quanto, altrove e da altri attori deciso.

La concertazione che non gode delle regole negoziali sindacali si chiude, come è noto, con un provvedimento legislativo che è un atto unilaterale del Governo; che questo possa essere condiviso o meno come nel passato, o possa esse l’esito dell’atto di concertazione sottoscritto solo da alcune componenti, è un “dettaglio” che non trascina alcuna conseguenza se non quella di vedere irrobustita la consapevolezza che i militari godono  allo stato di uno strumento di tutela virtuale.

Serve a poco affermare a posteriori che nella circostanza del rinnovo contrattuale (?) la concertazione  vera non c’è stata; serve ugualmente a poco esprimere, sempre a posteriori, il proprio rammarico per lo scarto registrato fra le richieste e l’ottenuto e per le occasioni mancate. Serve ugualmente a poco consolarsi con gli straripanti impegni strappati al Governo; i resoconti dei lavori parlamentari e di Governo sono pieni di buone intenzioni e di promesse che sono durate il tempo che impiega a chiudersi il libro su cui sono state scritte.

Rispetto all’offesa della scarsa considerazione ricevuta e degli scarni risultati ottenuti, che senso ha la sottoscrizione dell’atto di concertazione?

Quello del proclama auto assolutorio (infondato) in base al quale senza il consenso sottoscritto le cose sarebbero andate alla deriva con grave danno economico dei rappresentati. In altre circostanze e con altra “opposizione” del COCER di turno  il Governo ha tirato dritto per la propria strada, ed infischiandosene dei “bolscevichi” di circostanza ha  trasformato l’atto di concertazione in provvedimento legislativo.

Questo è stato, questo è, e così sarà fino a quando la volontà dei rappresentanti del personale non potrà incontrarsi e confrontarsi a pari dignità  con la sua controparte naturale.

Riforma della RR.MM. A proroga del mandato, gentilmente concessa come opinabile anticipazione della riforma che verrà, vi è da dire preliminarmente che essa sintetizza bene l’antico adagio del Blanqui (1805/1881) in base al quale, “capita, di incontrare nella vita, chi, in presenza delle briciole lasciate sul tavolo dal signore di circostanza, non distingue la mano che lo sfrutta da quella che lo nutre”.

Chi ha seguito i lavori parlamentari (IV^ Comm.ne Difesa della Camera dei Deputati) sa bene che la proposta di legge da essi scaturita è lontana dall’accogliere quanto segnalato come irrinunciabile dai vari COCER e in particolare che non contiene il ruolo negoziale reclamato a gran voce dal COCER dei Carabinieri.

Pensare che chi non ha ottenuto in tal senso, e non per demeriti ascrivibili al proprio impegno, il salto di qualità della RR.MM. nei primi tre anni di mandato, possa riuscirci nel tempo della proroga, è l’illusione di chi non comprende che il ruolo negoziale non può abitare dentro l’attuale modello di tutela né tanto meno che esso sia nelle probabili elargizioni della nostra attuale politica.

Ruolo negoziale è sinonimo di affrancamento e di autonomia, è lo spazio della libertà di tutela che si esprime attraverso i caratteri propri di un modello di rappresentanza indipendente, svincolato dall’ordinamento, capace di autodefinirsi negli aspetti organizzativi e in quelli strategici rivendicativi.

E’ verso queste conquiste che si intende operare per parificare le condizioni di tutela dei militari a quelle degli operatori delle FF.PP. ad ordinamento civile, che notoriamente sono affidate ad organizzazioni sindacali?

Se la direzione è questa o è prossima ad essa, e se  si comprende che le condizioni date dal quadro di riferimento sopra esposto rappresentano un ostacolo pregiudiziale  allora meglio si potrà comprendere come orientare  il proprio impegno futuro.

E’ al superamento dello sfarinamento delle energie che bisogna mirare, è alla ricostituzione di un ampio e trasversale movimento per le riforme che bisogna pensare, è all’unità delle forze che aspirano al vero cambiamento che bisogna puntare.

E’ da questa “suggestione” che bisogna ripartire se si pensa ad una stagione di impegno che merita di essere vissuta; diversamente, saremmo alla riproposizione di sbiaditi films già visti.

Se rispetto alle questioni sin qui trattate sono state espresse motivate riserve in relazione alle   aspirazioni(legittime) rimaste inevase, verso quelle relative all’uranio impoverito e all’amianto con tutti i carichi di lutti che stanno causando si prova invece sconcerto, incredulità e una profonda amarezza.

In riferimento alla questione uranio impoverito i dati statistici dimostrano inequivocabilmente che i tanti decessi di militari già impegnati  in missioni esterne al territorio nazionale, così come le tante patologie tumorali in essi  insorte nelle medesime circostanze o successivamente a tale impiego, sono un fatto storicamente legato alle nuove tipologie di impiego delle nostre FF.AA.

Quello che la scienza medica non ammette ufficialmente in termini di causa ed effetto dei decessi e delle patologie di cui trattasi è invece ampiamente dimostrato dal fatto che precedentemente ai nuovi impieghi la popolazione militare era praticamente immune da tale fenomeno.

Delle tante vittime militari legate alle vicende già dette da qualche tempo si sta occupando la magistratura, così come la stessa è stata investita dei decessi di militari dovuti a probabile esposizione ai rischi dell’amianto.
Pensare che essa, dagli accertamenti dei fatti, possa far emergere una situazione di incuranza e superficialità verso la tutela della salute  dei militari deceduti, non è il peccato di chi pensa male per pregiudizio o per parte presa; no! è dall’ampiezza del fenomeno che salgono forti i dubbi, è dalla sua relazione con l’impiego e con gli ambienti di lavoro che sale forte la domanda …se è stato fatto responsabilmente quanto si doveva in termini di salubrità ambientale, prevenzione sanitaria e informazione, allo scopo di contrastare i rischi derivanti dalla esposizione agli agenti già detti.

Rispetto a quanto sta emergendo circa i fenomeni in trattazione quale è la reazione delle istituzioni politiche, governative e militari (COCER compreso)?

E’ una reazione all’altezza della gravità dei fatti? Sicuramente NO. Siamo ai soliti tentativi di contenimento del fenomeno, ai tanti imbarazzati silenzi, alle tante incredibili indifferenze; altro che responsabilità all’altezza degli eventi.

E infine, possiamo parlare di ragionevole attenzione del Governo rispetto all’emergenza alloggi della difesa e  alla voragine in cui sono precipitate le pratiche inerenti i decreti di pensione?

Quali passi avanti sono stati fatti rispetto a queste due incredibili vicende? Quali azioni del Governo possiamo registrare a ristoro delle infinite preoccupazioni delle migliaia di militari che aspettano un segnale di attenzione verso questi problemi?

E’ dal toccar con mano, ogni giorno, le distanze che separano la politica dai bisogni veri degli uomini che sale alta la domanda di forti cambiamenti; è dal ritenere che quello che noi sentiamo sia ampiamente condiviso dalla  società militare che riceviamo gli stimoli e la forza per proseguire nell’impegno sociale che offriamo ad una causa giusta e nobile che merita di essere vissuta e sostenuta fino in fondo.

Da questa posizione di rinnovati intenti, ai militari impegnati all’estero e alle loro famiglie, a quanti  soffrono il dolore dei lutti e delle malattie, a quanti vedono la propria sicurezza abitativa minacciata dallo sfratto, ai soci AS.SO.DI.PRO, ai lettori del N.G.D.M. e a quanti ci seguono attraverso i nostri siti web (www.militari.org , www. assodipro.org e www.militariassodipro.org), a tutti i migliori auguri per le prossime festività.

AS.SO.DI.PRO
Il Presidente
Emilio Ammiraglia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.