Rappresentanza militare

Un grave condizionamento gerarchico nell’esercizio del mandato dei delegati Cocer

Stefano Brancato

sabato 03 agosto 2013

Arriva in parlamento, attreverso una interrogazone parlamentare in attesa di essere stampata, l’iniziativa intrApresa dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli che, con una lettera del 19 luglio 2013 “richiama” l’intero Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze sia sull’uso dell’abito civile durante i lavori sia all’estesa “discrezionalità” nella partecipazione ad incontri istituzionali, ma anche nell’ordinario esercizio delle funzioni, definendo addirittura “disdicevoli” tali comportamenti…

Questo il testo dell’interrogazione presentata dagli onn.
BASILIO, CORDA, PAOLO BERNINI e ALBERTI. (Mov. 5 stelle) – atto n.  (4-01584)

Al Ministro della Difesa, per sapere – premesso che:

  • Con la Legge 11 luglio 1978, n. 382 – oggi confluita nel Codice dell’ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 – venivano istituiti per l’Esercito, la Marina, l’Aeronautica, i carabinieri e la guardia di finanza degli organi di rappresentanza di militari suddivisi, a seconda delle competenze, in organo centrale detto COCER, organo intermedio detto COIR e organo di base detto COBAR;
  • Nel medesimo corpo normativo venivano previste tutta una serie di garanzie e tutele per i delegati dei predetti organismi al fine di vietare tutti quegli atti diretti comunque a condizionare o limitare l’esercizio del mandato dei componenti degli organi della rappresentanza;
  • Risulta agli interroganti che lo Stato Maggiore della Difesa, con lettera prot. n. 1/533 del 19 luglio 2013 a firma del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, abbia richiamato l’intero Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze sia sull’uso dell’abito civile durante i lavori sia all’estesa “discrezionalità” nella partecipazione ad incontri istituzionali, ma anche nell’ordinario esercizio delle funzioni, definendo addirittura “disdicevoli” tali comportamenti;
  • A parere degli interroganti, l’iniziativa del Capo di Stato Maggiore della difesa si configura come un chiaro richiamo disciplinare collettivo volto a creare nei delegati un evidente condizionamento gerarchico nell’esercizio del mandato. L’uso degli abiti civili, in particolare per i delegati COCER delle Sezioni Carabinieri e Guardia di finanza, si rende necessario per evitare che gli stessi portino l’arma individuale al seguito, sia all’interno dei Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze sia nelle sedi istituzionali a cui i delegati intervengono. Inoltre, è noto che l’accesso di personale militare armato è vietato in Parlamento ed in molti ambiti istituzionali;
  • Dalla lettura del documento in esame, oltre alla questione relativa all’uso dell’uniforme, gli interroganti ritengono che l’aspetto ancor più grave e lesivo per la Rappresentanza Militare da parte del Capo di Stato Maggiore della Difesa, sia l’ingerenza sul funzionamento dei Consigli in quanto il richiamo alla “discrezionalità” nella partecipazione ai lavori da parte dei delegati, contemplato dall’art. 913 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90, agirebbe sull’autonomia dei Consigli e degli stessi delegati :
  • se intenda, il Ministro interrogato, disporre la revoca della lettera prot. n. 1/533 del 19 luglio 2013 a firma del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli;
  • se intenda procedere celermente ad una modifica delle eventuali disposizioni che regolano l’uso dell’uniforme e la libera partecipazioni ad incontri/riunioni da parte dei delegati al fine di lasciare libera “discrezionalità” ai delegati nell’ambito delle proprie funzioni;
  • quali azioni voglia intraprendere il Ministro, nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa e di chiunque agisca in tal senso, al fine di evitare in futuro ogni possibile condizionamento e limitazione, diretta e indiretta, nell’esercizio delle proprie funzione ai delegati della Rappresentanza Militare.

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